Per Alessandria le testimonianze trovate confermano la presenza di insediamenti sin dal Paleolitico con lo sviluppo di agricoltura, allevamento, produzione di ceramiche, tessuti e filati nonché levigazione della pietra. Queste caratteristiche insieme alla vicinanza con la Liguria hanno influenzato la cucina alessandrina. Testimonianza ne sono i piatti seguenti: Pollo alla Marengo (risalente alla vittoria di Napoleone contro gli Austriaci nella famosa battaglia di Marengo), pollo cotto nel brodo con funghi, gamberi di fiume e vino Madera (portato dall’esercito francese); Rabaton, polpettine di ricotta, erbette, spinaci o coste cotte in brodo o dorate al forno; Bollito Misto e Bagna Caoda entrambi disponibili nelle varie province piemontesi (per la bagna caoda suggerisco quarantena di 48 ore prima di presentarsi in pubblico); i salamini del Mandragone, la farinata di farina di ceci, la polenta di Marengo, una torta dolce realizzata con farina di mais e mandorle.
In fatto di vini il Piemonte offre ampie possibilità
La provincia di Alessandria non è da meno: Alta Langa DOCG; Asti DOCG; Barbera: d’Asti DOCG, del Monferrato DOC, del Monferrato Superiore DOCG; Brachetto d’Acqui o Acqui DOCG; Colli Tortonesi DOC; Cortese dell’Alto Monferrato DOC; Dolcetto: d’Acqui DOC, di Ovada DOC, di Ovada Superiore o Ovada DOCG; Gabiano DOC; Gavi o Cortese di Gavi DOCG; Grignolino del Monferrato Casalese DOC; Malvasia di Casorzo o Casorzo DOC; Monferrato DOC; dai bianchi ai rossi passando dai secchi ai dolci e gli spumanti che consumiamo nei periodi di festa. Nella zona delle colline tortonesi suggerisco un assaggio del Colli Tortonesi Timorasso DOC, un bianco i cui profumi ricordano gli idrocarburi del riesling (a buon intenditor…).
Guardando la cartina sul navigatore dell’auto ci accorgiamo che tracciando un triangolo, ai cui vertici stanno Torino, Milano e Genova, il baricentro è Alessandria. La provincia è ricca di aziende importanti, alcune delle quali nell’ambito dei dolci e della pasticceria. La provincia di Alessandria ci porta sicuramente alla memoria il cioccolato. Parlando di testa, ad Alessandria è nata una delle più importanti fabbriche di cappelli del mondo. Trovare da parcheggiare in centro, in piazza della libertà, non è affatto difficile, e ci godiamo anche gli alberi che circondano il grande parcheggio. Ci attendono Elisa Benzi e Carlo Ferraris che dopo i saluti e le risposte alle nostre innumerevoli domande sulla città, ci portano in un locale poco distante, dove ci accomodiamo e partono le domande.
Elisa, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?
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Credo che incontrarsi davanti a del buon cibo possa facilitare le relazioni, siano esse di lavoro che di piacere. La colazione di lavoro o la cena offrono la possibilità di instaurare un clima più rilassato, meno formale di conseguenza la comunicazione trova maggior beneficio.
Carlo, credi/ritieni esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Idem in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi ecc.
L’aperitivo serale, quello che ormai viene servito in tutti quanti i bar, non è una moda degli ultimi tempi in Piemonte. In effetti riprende l’usanza di uno spuntino, prima dell’ora di cena, che facevano i nostri nonni nei campi, per avere un po’ di energia in più e terminare la giornata di lavoro. Ecco perché secondo la tradizione piemontese, l’aperitivo contempla non solo il bere, ma anche un po’ di formaggio, degli affettati, frutta secca, pane e, chiaramente, un buon calice di vino. Oggi magiari al posto del calice di vino si usano i cocktail, un pochino più leggeri, per venire incontro al fatto che magari si beve qualche cosa per stare insieme, senza mangiare troppo. Per me l’aperitivo è un momento speciale, dove si abbandona tutto il lavoro della giornata e ci si rilassa facendo chiacchiere con gli amici.
Elisa, se dovessi descrivere la tua città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.
Se penso ad Alessandria non posso fare a meno di ricordare gli agnolotti al sugo di stufato. E’ un piatto “impegnativo” e soprattutto invernale. Il mio ricordo è legato a mia nonna che li preparava con molta cura e dedizione. Richiedono tempo, diversi tipi di carne per il ripieno, un lavoro paziente. Mia nonna li preparava per le occasioni speciali, al mio compleanno e a quello di mio papà non potevano mancare, oltre che a Natale o Capodanno. Gli agnolotti sono una tradizione, una ricetta che si tramanda di generazione in generazione. Un’altra prelibatezza è la “bagna cauda”, un intingolo di acciughe, olio e aglio in cui si condiscono i cardi, i peperoni e il sedano.
Carlo, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.
Penso di poter inserire nelle bevande anche il “Marocchino”: caffè con aggiunta di crema di latte e cacao in polvere. Forse non tutti sanno che questa preparazione di caffè e nata proprio ad Alessandria e nulla ha a che fare con il Marocco. La storia racconta che il marocchino venne inventato in un bar nelle vicinanze di una famosa fabbrica di cappelli, gli operai che andavano a prendere il caffè in questo bar dicevano che dal colore sembrava la striscia di pelle che si mette all’interno dei capelli, denominata appunto marocchino. Attenzione a non confonderlo col Mocaccino!
Elisa, puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?
Un tipico pranzo alessandrino si apre con gli antipasti: non può mancare l’insalata russa fatta con la giardiniera, la verdura sottaceto, i peperoni con le acciughe, salame crudo e cotto. Un’altra tradizione è rappresentata dai bolliti misti o dal cappone serviti rigorosamente con il bagnetto.
Carlo, hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?
Per me una ricetta di famiglia sono gli agnolotti tipici di Alessandria. Si tratta di una pasta molto sottile all’interno della quale va messo un ripieno che contiene tanta roba: manzo, formaggio, salsiccia, animelle, salame, uova. Il manzo deve essere stufato prima di essere tritato e il sugo dello stufato lo si usda per condire gli agnolotti una volta cotti.
Concludiamo con un tuo aneddoto Elisa, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?
Più che ricordare un aneddoto che mi riguarda, mi sento di sconsigliare la “bagna cauda” prima di un colloquio di lavoro…l’aglio che si usa è veramente molto, se poi dovete parlare, beh, non è piacevole., potreste compromettere il colloquio.
Grazie Elisa e grazie Carlo per il tempo che ci avete dedicato, speriamo di reincontrarvi presto.
Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Alessandria
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