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Sita nell’entroterra marchigiano Urbino richiede palati forti. Dagli antipasti a base di Crescia sfogliata arricchita con salumi e formaggi ai primi piatti come i Passatelli conditi con sugo a base di funghi o di pesce. Come secondi coniglio in porchetta e cacciagione. Condivide con Pesaro alcune denominazioni come Prosciutto di Carpegna DOP e formaggi come la Casciotta d’ Urbino anch’essa DOP. Da non dimenticare l’olio, elemento fondamentale della nostra tavola, come il Cartoceto DOP. Anche i vini sono in condivisione tre le provincie; consigliamo il Bianchello del Metauro DOC oppure i Colli Pesaresi DOC nelle loro varie declinazioni dai bianchi ai rossi.

Arrivando ad Urbino, dal basso, si nota subito come mai l’UNESCO abbia inserito il suo centro storico tra i patrimoni dell’umanità: è imponente nel suo essere raccolta. Entriamo per una delle principali porte d’accesso alla città, porta Valbona, e ci troviamo subito in piazza del Mercatale. un ritrovo di Urbino. L’appuntamento con i nostri amici è in piazza della Repubblica, bastano pochi minuti a piedi per vie suggestive in stile rinascimentale e siamo immersi nelle università e attorniati da portici. Ci sediamo in una distesa, salutiamo Lisa Venerucci, Maria Chiara Indelicato, Vincenzo Marcone e Francesco Hemmeler, ordiniamo un aperitivo e incominciano a chiacchierare, in breve partono le domande.

Vincenzo, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

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Una piattaforma “virtuale” può sicuramente essere utile a fare business. Ma la tavola vera è senza dubbio un’altra cosa. Sapori e odori rendono l’evento unico, non ripetibile. È un’esperienza a tutti gli effetti, fatta di gesti ed espressioni, e come tale può far nascere relazioni in modo più spontaneo.

Lisa, credi o ritieni che esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Anche in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi …

Ma certo! L’italiano medio ama stare a tavola, penso a mio padre, lui è l’esempio dell’italiano al quale piace stare a tavola e gustarsi dall’antipasto fino al dolce, passando per il primo, il secondo, il contorno, senza saltare il caffè finale. Tutti insieme.

Francesco se dovessi descrivere la città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Carni pregiate, speziate e cotte secondo antiche ricette legate al rinascimento italiano. Pasta fatta in casa di eccellenza, come cappelletti da gustare in brodo e i vini marchigiani sempre buoni come accompagnamento.

Lisa, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

A parte i vini non penso che Urbino abbia una vera e propria bevanda tipica, o perlomeno al momento non me ne vengono in mente. Potrei ricordarmi però i liquori preparati a casa dei nonni, come il liquore di visciole. Oppure le grappe fatte in casa, estratte dalle vigne dei nostri campi.

Maria Chiara puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Sicuramente un cin cin benaugurale, fatto guardandosi negli occhi per sottolineare la fiducia reciproca. I più giovani, per lo più studenti universitari provenienti da tutta Italia, nelle giornate di sole amano pranzare all’aria aperta nei giardini della Fortezza Albornoz, ammirando il panorama del meraviglioso Palazzo Ducale.

Hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

Mi piacciono i sapori antichi che raccontano la storia e in particolare amo preparare il bostrengo, un dolce buonissimo considerato povero in quanto viene dalla cultura contadina. In realtà per gli ingredienti si rivela molto ricco in quanto l’impasto è fatto con fichi secchi, mosto cotto, canditi, frutta secca, cacao, farina, zucchero e rum e aromatizzato con scorze di agrumi. Una vera prelibatezza, dedicata alle feste e ai momenti da ricordare in famiglia.

Concludiamo con un tuo aneddoto Vincenzo, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Sarebbero innumerevoli. Ho però un bel ricordo di una crescia, in compagnia di un ex docente anni fa, con cui poi si è aperta una collaborazione in ambito culturale. È meraviglioso come, ancora oggi, associ quella collaborazione al sapore della crescia.

Grazie Lisa, grazie Maria Chiara, grazie Vincenzo e grazie Francesco per il tempo che ci avete dedicato, speriamo di reincontrarvi presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Urbino

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