Entroterra calabrese dominato dai Bruzi fino alla conquista da parte dei Romani, Cosenza ha mantenuto le sue tradizioni nel Bruzio DOP, un olio che propone tutto il calore e i profumi della zona come i Fichi di Cosenza DOP e il Limone di Rocca Imperiale IGP. Di altra tipologia la Patata della Sila IGP coltivata sull’altipiano silano, ricca di amido e di altre caratteristiche le dona il primato di tubero tra i più nutrienti.
Salumi come Pancetta di Calabria, Salsiccia di Calabria, Soppressata di Calabria DOP insieme all’Olio di Calabria IGP tutti in condivisione con altri capoluoghi calabresi completano l’offerta di prelibatezze. Per accontentare Bacco Cosenza offre due DOC, Savuto e Cosenza prodotte tramite diversi vitigni come Montonico, Chardonnay, Greco bianco, Malvasia bianca, Gaglioppo…per citarne alcuni
Cosenza, detta anche “Atene della Calabria“, occupa quasi tutta la porzione centro-settentrionale della regione. Il territorio è caratterizzato da montagne e colline, infatti la provincia ospita otto comunità montale. Piazza Bilotti, rinnovata recentemente nel 2016, è uno dei luoghi cardine della vita cittadina, oltre ad ospitare un museo all’aperto. Arriviamo nel parcheggio sotterraneo proprio sotto la piazza, usciamo e troviamo le nostre amiche Anna Napolitano ed Erika Dicuonzo ad attenderci in una distesa, pronti per l’aperitivo. Ci sediamo e dopo aver scambiato saluti, ricordi e aneddoti sulla città, partono le domande.
Erika, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?
10
Cosa c’è di meglio di parlare di business in un contesto relazionale per eccellenza come la tavola? Se è vero che il buon cibo e un buon vino mettono allegria, le premesse sono perfette per parlare di business, magari di un progetto che ti sta a cuore.
Credi o ritieni che esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Anche in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi …
Qui da noi lo stare a tavola è il momento di convivialità per eccellenza: qui si dice che la tavola è sacra. In alcuni posti le famiglie hanno ancora l’usanza di produrre in casa alimenti come i salumi, la salsa di pomodoro, olio e vino e questi momenti, dove si radunano i famigliari, diventano una festa. E abbiamo un detto: sulla tavola non deve mai mancare il vino!
Anna, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.
Uno non basta, sono tanti i piatti tipici della nostra città. Le tagliatelle coi ceci e il finocchio selvatico di montagna, la soppressata, la Nduja, le melanzane ripiene e infine la parmigiana!
E tu Erika? Cosa ci indichi come tipicità?
Sicuramente potrei citare le “patate ‘mblacchiate” (patate, peperoni e cipolla), le “rape e savusizza piccante”, le “mazzacorde”, gli spaghetti al fuoco di Bacco. Ci sono poi i dolci tipici come i cannaricoli. Potrei citartene tanti altri, ma voglio chiudere con una particolarità: spaghetti aglio, olio e peperoncino, attenzione però … peperoncino in polvere (che rende la pasta quindi rossa) e ovviamente: piccante!
Anna se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.
Vino di uva fragolina, la Liquirizia (liquore fatto con le radici di liquirizia), mandarinetto (digestivo al mandarino).
Puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?
Il brindisi personalizzato (Buon appetito e alla faccia di chi ci vuole male a noi)
Erika hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?
Vivo a Milano e ormai è un must con i nostri amici cucinare le patate ‘mblacchiate:
1 kg di patate
2 peperoni (meglio se di due colori diversi)
1 cipolla di Tropea
olio d’oliva
Preparazione
Prendete una padella antiaderente e bella capiente; tagliate le patate, i peperoni e la cipolla e mettete tutto a freddo nella padella. Aggiungete abbondante olio d’oliva (non lesinate!). Fate cuocere a fuoco medio-alto per i primi 10 minuti con il coperchio. Dopodiché togliete il coperchio, aggiungete il sale e continuate la cottura per altri 20 minuti circa, sempre a fuoco medio-alto, facendo saltare spesso le patate (meglio farle saltare perché girandole con il mestolo si rischia di spappolarle troppo). Il risultato finale sarà un piatto con delle patate belle rosolate e compatte. Servite belle calde!
Concludiamo con un tuo aneddoto, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?
In effetti c’è un aneddoto legato alla nostra pasta aglio, olio e peperoncino: è quella che nella mia famiglia è considerata la “pasta del buonumore” e la cuciniamo spesso quando abbiamo giornate un po’ impegnative e vogliamo farci tornare il sorriso, in relax!
Grazie Erika e grazie Anna per il tempo che ci avete dedicato, speriamo di reincontrarvi presto.
Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Cosenza
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