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Rimini condivide preziosi alimenti italiani con altre province vicine. Chi non ha mai provato una volta nella vita la Piadina o Piada Romagnola. Come vini in zona possiamo trovare dal Rebola, nome locale del più conosciuto Pignoletto, un vino fruttato e vellutato con grande versatilità negli abbinamenti gastronomici, al Colli di Rimini D.O.C. Cabernet Sauvignon un bel vino rosso che evoca profumi di pepe verde che può accompagnare la grande disponibilità di rosse, selvaggina, grigliate e formaggi stagionati disponibili sulla costa.

Oggi ci accolgono tre amici: Giorgio MatassoniDavide Venturi e Simona Bonini, che ci hanno invitato a pranzo in una tipica piadineria di Rimini. La cordialità tipica romagnola si fa sentire fin da subito, appena entrati nel locale. Dopo aver ordinato, guidati da loro nella scelta delle mille varianti di piadina disponibili, iniziamo con le domande.

Giorgio, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

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La tavola crea confidenza, complicità e condivisione. Non esistono relazioni economiche stabili, sane e profittevoli se non sono la fisiologica conseguenza dell’esistenza di un rapporto personale di fiducia. Sedere allo stesso tavolo nel momento del pasto, aiuta a creare questa fiducia.

Davide, credi o ritieni che esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Anche in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi …

In Romagna “era costume” offrire un bicchiere di Sangiovese al forestiero come segno di amicizia.
A fine pasto ciambella inzuppata di Albana.

Simona, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

A Rimini, città sul mare, non si può prescindere da un buon piatto di pesce, se poi parliamo di sardoncini e piadina abbiniamo due “must”.

Simona, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

Vino e tavola sono legati fortemente, si sa.
Rimini è una città famosa per il turismo, ma non bisogna scordare le radici: l’entroterra produce un buonissimo rosso.
Un bicchiere di Sangiovese accompagnato alla piadina, ad esempio, può fare la differenza!

Puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Diciamo che il cibo riunisce a tavola i riminesi dal carattere aperto e specialisti dell’ospitalità. L’abitudine ed il rito sono la “tavola” stessa, da sempre, perché’ Rimini è una città abituata ad accogliere, ad offrire sorrisi durante pranzi e cene, ottime occasioni anche per confronti lavorativi.

Davide, hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

Avete mai sentito parlare del porcospino?
È un dolce tipico della tradizione romagnola, ideale da mangiare nel periodo invernale soprattutto a Natale magari in alternativa al classico Tiramisù.
Oltre ad avere un aspetto simpatico è davvero squisito e tanto divertente da preparare insieme ai vostri bimbi.
Ricetta ideale anche per una torta di compleanno un po’ originale. Assolutamente da provare una volta nella vita!
Di seguito troverete il procedimento per preparare un porcospino perfetto.

Ingredienti
500 g burro
5 tuorli uovo di gallina
250 g zucchero a velo
3 tazzine caffè ristretto
1 confezione savoiardi
250 g mandorle
2 tazzine amaretto in alternativa si può usare l’alchermes

Procedimento
Immergere le mandorle nell’acqua bollente per un minuto circa, lasciarle raffreddare per poi sbucciarle. Tagliatele verticalmente e tostatele al forno o in padella (le mandorle servono come decorazione, andranno a ricreare gli aculei del porcospino).
Unire il burro con lo zucchero a velo e con i rossi d’uovo. Montare a mano con una frusta fino a che non diventa un composto abbastanza fine. Aggiungere man mano le tazzine di caffè ristretto.

Far riposare la crema di burro in frigorifero per 15 minuti circa.
Bagnare i savoiardi nel caffè e nel liquore alchermes o nel liquore amaretto (in alternativa ai savoiardi si può utilizzare il pan di spagna o la ciambella) e preparare il primo strato del dolce all’interno di un vassoio (meglio se ovale).
Ricoprire il primo strato di savoiardi con la crema di burro. Procedere con gli strati fino all’esaurimento della crema ricreando la forma del porcospino (vedi foto sopra) aiutandosi magari con una spatola.

Fare raffreddare la torta nel frigorifero come minimo un paio d’ore (meglio se preparata il giorno prima) e poi qualche minuto prima di servire il dolce posizionare gli spini di mandorle verticalmente sul corpo del porcospino; non vanno inserite prima di servirlo perché potrebbero ammorbidirsi troppo stando nel frigorifero.
Abbellirlo ricreando gli occhi, il naso e le zampette con qualche pezzetto di cioccolato o con qualche chicco di caffè.

Concludiamo con un tuo aneddoto Giorgio, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Probabilmente, ora che ci penso, le scelte più importanti della mia vita le ho tutte compiute a tavola. Una delle principali che mi viene in mente risale al 5 agosto del 2017. Un amico mi invitò a provare una pizza magica in una piccola pizzeria al taglio di Riccione. Era una sera piovosa, di quella pioggia estiva che profuma di serenità. Ci ritrovammo seduti in alcuni tavoli alti sotto una piccola tenda, con una birra in bottiglia e una fame importante. Quella sera assaggiai la pizza più sorprendente che avessi mai mangiato, una pizza che mi aveva stupito, sorpreso. Avevo già mangiato centinaia e centinaia di pizze prima di quel momento, ma quel sapore, quella fragranza, quella morbidezza dell’impasto, non le avevo mai provate. “Complimenti Meme”, così si chiamava il pizzaiolo nonché titolare di quella piccola attività.

Quella notte non me la dimenticherò mai, forse per la birra, forse perché cullato dal rumore della pioggia, dormii divinamente e sognai di giacere felice sopra quella pizza. Quando lo racconto, gli amici sorridono lo so, ma andò proprio così. Il mattino seguente mi alzai con una grandissima convinzione, avrei dovuto fare conoscere quella pizza a più persone possibile. Diventai grande frequentatore di quella piccola pizzeria, ne parlai e invitai tanti amici e mi affezionai velocemente a “quel” Meme. Lo consideravo un artista. Condividevamo non solo l’amore per la pizza ma anche determinati valori ben nitidi nella nostra mente e nei nostri cuori, primo fra tutti quello dell’amicizia e del prendersi cura delle persone.

Dopo alcuni mesi e tante cose in mezzo, io e Meme siamo diventati soci e abbiamo deciso di trasformare la nostra dichiarazione di intenti in un progetto che si chiama Come stai?, una pizzeria nel cuore di Rimini che sforna pizza e comunica determinati valori con l’obiettivo grande ed incorruttibile di esportare la nostra filosofia al di fuori della nostra città. Il mio presente, lavorativamente parlando, nacque quel 5 agosto, sotto quella pioggia estiva, davanti ad una bella pizza in compagnia di vecchi e nuovi amici.

Grazie Giorgio, grazie Davide, grazie Simona e grazie Salvatore per il tempo che ci avete dedicato, speriamo di reincontrarvi presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Rimini

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Foto di copertina RiminiCity / CC BY-SA

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